Cancro del testicolo: una neoplasia rara da non sottovalutare

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Cancro del testicolo, una neoplasia rara da non sottovalutare - Il Blog del Prof. Paolo Barillari

Nonostante il cancro del testicolo rappresenti una neoplasia piuttosto rara, non per questo deve essere sottovalutato. Individuarlo ad uno stadio iniziale può migliorare enormemente la prospettiva di guarigione, quasi al 100%.

Nel tumore testicolare, le cellule neoplastiche si sviluppano in seguito ad una alterazione in senso maligno dei tessuti di uno o entrambi i testicoli. Questo genera una crescita incontrollata di queste cellule, fino a formare una massa. Nella maggior parte dei casi il cancro del testicolo si genera dalle cellule germinali, ossia quelle cellule preposte alla produzione degli spermatozoi.

CANCRO DEL TESTICOLO: diagnosi

È importante individuare questo tipo di neoplasia ad uno stadio iniziale, poiché questo migliora nettamente la prospettiva di guarigione, che può raggiungere quasi il 100%. La diagnosi si effettua mediante:

  • Autopalpazione dei testicoli. Non può certamente sostituire i controlli medici, ma, effettuata in maniera regolare, risulta fondamentale per poter diagnosticare e trattare tempestivamente la neoplasia. Consente difatti di poter individuare la presenza di anomalie, quali: possibili noduli, rigonfiamenti morbidi o tondeggianti, oppure masse di nuova formazione
  • Visita ed esame obiettivo. Durante la visita lo specialista è in grado di individuare eventuali alterazioni a livello testicolare e può, quindi, consigliare un approfondimento diagnostico mediante degli esami strumentali
  • Esami del sangue. Valori alti di alcuni marcatori tumorali possono indicare la presenza di un tumore del testicolo
  • Ecografia ed eco-color-doppler testicolare. Questo esame non invasivo consente l’individuazione di lesioni tumorali, nonché la valutazione dell’estensione tumorale locale
  • TC multistrato. Permette di conoscere la stadiazione del cancro ed una sua eventuale diffusione in altri organi
  • Biopsia. In alcuni casi può essere necessario effettuare un esame istologico su un campione di tessuto

TRATTAMENTO

A seconda del tipo di neoplasia, della sua stadiazione ed estensione è necessario procedere con una diversa strategia di trattamento. Vediamo in dettaglio:

  • Osservazione vigile. Talvolta è necessaria la sola osservazione cosiddetta vigile, effettuata mediante visite e controlli regolari stabiliti dallo specialista
  • Orchiectomia radicale inguinale. Si tratta di un intervento chirurgico che prevede l’asportazione del testicolo. In caso di tumori individuati ad uno stadio iniziale, il solo intervento può bastare. In genere, questo tipo di chirurgie non influisce sulla funzione sessuale.
    Solitamente si ha un ritorno alla normalità della funzione ormonale dei testicoli. Se, il tumore si è diffuso al di fuori dei testicoli, si prosegue con un secondo intervento, a cui possono o meno seguire chemioterapia e/o radioterapia
  • Retroperitoneale. È un intervento che si esegue quando il tumore si diffonde ai linfonodi addominali, e prevede la loro dissezione. Non influisce sull’attività sessuale, ma può diminuire la fertilità, in quanto interferisce con l’eiaculazione
  • Chemioterapia. Alcuni farmaci chemioterapici influiscono sulla produzione degli spermatozoi
  • Radioterapia. Anche in questo caso può esserci una interferenza sulla produzione degli spermatozoi. Generalmente, si tratta di una condizione temporanea che nel giro di qualche mese ritorna alla normalità

 

Per maggiori informazioni, contattare il Prof. Paolo Barillari che opera presso la Casa di Cura Privata “Villa Mafalda” di Roma

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