Chirurgia plastica e ricostruttiva del seno

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Chirurgia plastica e ricostruttiva del seno 2 Il Blog del Prof. Paolo Barillari

Sia a seguito di una quadrantectomia conservativa che di una mastectomia, è possibile ricorrere alla chirurgia plastica e ricostruttiva del seno. Ad oggi viene considerata una parte integrante della cura stessa in caso di tumore alla mammella.

TIPOLOGIE DI INTERVENTO

Nei casi in cui è possibile, il carcinoma mammario viene trattato, difatti, con una chirurgia conservativa, chiamata quadrantectomia. Questa tecnica prevede l’asportazione del solo tessuto mammario che circoscrive la lesione neoplastica e l’individuazione dell’ormai noto linfonodo sentinella (ossia il primo linfonodo che riceve il drenaggio linfatico del tumore primitivo).

Se all’esame istologico intraoperatorio il linfonodo risulta già infiltrato da cellule tumorali, si procede all’asportazione dello stesso e di tutti quelli del cavo ascellare.

Talvolta non è possibile attuare una chirurgia conservativa e si rende necessario effettuare un intervento di Mastectomia parziale, che prevede l’asportazione di più di un quadrante del seno.

Le forme di cancro ad uno stadio più avanzato possono richiedere un intervento più drastico, chiamato Mastectomia radicale modificata. Questa prevede l’asportazione totale della ghiandola mammaria, del linfonodo sentinella e di tutti i linfonodi del cavo ascellare.

CHIRURGIA PLASTICA E RICOSTRUTTIVA DEL SENO

La Chirurgia plastica e ricostruttiva del seno viene considerata ad oggi una tappa fondamentale di un percorso che comprende non solo la guarigione fisica della donna, ma anche quella psicologica.

È importante ricordare che la ricostruzione mammaria è comunque un intervento che, come tale, ha i suoi rischi di complicanze. Per questa ragione ogni singolo caso va studiato e valutato.

Quando è possibile, può essere effettuata già durante l’intervento di asportazione del tumore. La normale procedura prevede la collocazione di un espansore (una sorta di palloncino) in una tasca sottomuscolare. Nell’arco delle settimane il dispositivo viene progressivamente gonfiato con una soluzione fisiologica.
L’espansione tissutale può essere eseguita sia nelle ricostruzioni immediate che posteriori. Questa procedura consente ai tessuti di distendersi, facilitando il successivo posizionamento della protesi definitiva.

Le protesi mammarie utilizzate nella Chirurgia plastica e ricostruttiva del seno sono le stesse usate negli interventi di mastoplastica additiva. In alternativa alle protesi è possibile utilizzare lembi di tessuto prelevati dal dorso (con protesi aggiuntive) o dall’addome (senza necessità di protesi aggiuntive).

L’utilizzo della tecnica del lipofilling consente di riempire eventuali avvallamenti creati a seguito di una quadrantectomia o di una mastectomia.

Oggigiorno si cerca, quando è possibile, di salvare il complesso areola-capezzolo. Nel caso risulti, invece, necessaria una sua eventuale ricostruzione, questa viene eseguita in un secondo momento.

 

Per informazioni, contattare il Prof. Paolo Barillari che opera presso la Casa di Cura Privata “Villa Mafalda” di Roma

 

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