Il Mantegna dipinse una malattia all’epoca sconosciuta

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Mantegna, un artista dall’occhio clinico

Da amante dell’arte non poteva sfuggirmi la notizia dell’opera del Mantegna raffigurante un soggetto afflitto da neurofibromatosi di tipo 1, malattia che fu ufficialmente scoperta solo un secolo dopo il quadro del pittore.

Nell’affresco del ‘400 chiamato “La Camera degli Sposi” un personaggio è evidentemente affetto da nanismo ma ha anche altre peculiarità tipiche della neurofibromatosi: cinque neurofibromi-tumori della guaina dei nervi periferici sul viso più un neorifobroma sul dorso della mano destra, almeno cinque macchie caffè-latte sulle guance e sul mento, svariati noduli di Lish nell’iride destra e sinistra.

Oltre alla passione personale per l’arte vi è un motivo in più per appassionarmi alla stessa, sia essa pittorica o scultorea: le rappresentazioni artistiche permettono agli studenti di medicina di sviluppare in ambiente ‘protetto’ le proprie capacità di osservazione, descrizione e interpretazione che saranno loro necessarie nello svolgimento della professione. Quindi guardare dei quadri, soprattutto se dipinti con tecnica realistica, è un utile esercizio medico oltre che un piacere.

La scoperta è stata fatta da Raffaella Bianucci, antropologa e paleopatologa del Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche dell’ateneo torinese. La ricercatrice ha appena pubblicato i risultati del suo lavoro sulla rivista inglese “The Lancet Neurology”.

 

Prof. Paolo Barillari

Casa di Cura Villa Mafalda Roma

 

 

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