Trattamento ambulatoriale del carcinoma della mammella

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Trattamento ambulatoriale del carcinoma della mammella - Prof. Barillari

Il carcinoma della mammella può essere trattato mediante un intervento chirurgico eseguito ambulatorialmente. Questo presuppone una diagnosi precoce, la quale rappresenta l’unica arma a nostra disposizione per poter intervenire tempestivamente.

DIAGNOSI PRECOCE E MAMMOGRAFIA

La mammografia gioca un ruolo primario nella diagnosi precoce. Per questa ragione è consigliabile sottoporsi all’esame mammografico ogni anno già a partire dai 40 anni.
Nel caso in cui il suddetto esame o, successivamente, l’esame citologico rivelino una lesione sospetta, occorre verificare se ci sia o meno indicazione per l’intervento chirurgico per l’asportazione del nodulo, valutando con la Paziente il tipo di intervento più appropriato in funzione delle dimensioni e dell’eventuale diffusione del tumore.

TRATTAMENTO AMBULATORIALE DEL CARCINOMA DELLA MAMMELLA

Al fine di ottenere un più veloce recupero funzionale e psicologico della Paziente, questo tipo di intervento viene effettuato in anestesia locale. Le Pazienti non necessitano quindi di ricovero e possono tornare alla loro vita normale dopo due ore dall’intervento.

La tecnica chirurgica può essere di tipo conservativo (asportazione del solo tumore con una piccola area di tessuto mammario circostante) o demolitivo (il chirurgo asporta tutta la mammella, c.d. mastectomia). In questo ultimo caso, l’intervento viene sempre seguito da ricostruzione con espansore cutaneo o con protesi sottomuscolari, oppure mediante la cosiddetta tecnica  “round block”, con la sola cicatrice periareolare.

L’intervento dura dai 20 ai 40 minuti. La paziente, come già detto, può essere dimessa e tornare nel suo ambiente familiare dopo due ore.

Su richiesta della paziente, può essere effettuata una leggera sedazione che comunque consente di evitare il ricovero e tornare a casa entro tre ore.

Previa iniezione di un colorante vitale o di un tracciante radioattivo, viene effettuata la asportazione del nodulo sospetto.
Questo viene immediatamente analizzato (esame estemporaneo).

Una volta confermata la natura della lesione, vengono eseguite la  quadrantectomia con la ricerca del “linfonodo sentinella” nel cavo ascellare.
Anche il linfonodo rimosso viene sottoposto ad esame istologico estemporaneo.
In caso di assenza di infiltrazione neoplastica, l’intervento si conclude con una sutura plastica delle ferite.

In  caso di presenza di metastasi linfonodale, sempre in anestesia locale, vengono asportati gli altri linfonodi del cavo ascellare.
In nessuno dei due casi vengono lasciati drenaggi.

Quando la massa tumorale è sufficientemente piccola e circoscritta, perché diagnosticata precocemente, la sola operazione potrebbe essere sufficiente a guarire il cancro.

In altri casi occorre rivolgersi ad un oncologo, il quale valuterà il singolo caso. In particolare, sarà necessario individuare l’eventuale presenza di cellule tumorali diffuse intorno al tumore o in altre parti del corpo. In questo caso, sarà necessario sottoporre la paziente ad ulteriori terapie quali chemioterapia e/o radioterapia.

Prof. Paolo Barillari, Specialista in Chirurgia Generale

 

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