Tumore tiroideo: come viene diagnosticato

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Tumore tiroideo, come viene diagnosticato - Il Blog del Prof. Paolo Barillari

Il tumore tiroideo è caratterizzato dalla presenza di uno o più noduli. Tuttavia, meno del 5% di essi nasconde una neoplasia maligna. Vediamo quali sono gli esami da fare per poter tenere sotto controllo lo stato di salute di questa ghiandola così importante per il benessere del nostro organismo.

Il carcinoma della tiroide è una forma neoplastica piuttosto rara che può colpire a qualsiasi età. Tuttavia, la massima incidenza si presenta nelle donne nella fascia compresa tra i 25 ed i 60 anni. La sua forma più frequente (75% dei casi) è il cosiddetto carcinoma papillare. Generalmente ha uno sviluppo lento, ma può dare origine a metastasi; in alcuni pazienti questo tipo di neoplasia può interessare entrambi i lobi della tiroide ed essere multifocale.

La forma midollare (caratterizzata da elevati livelli di calcitonina nel sangue) rappresenta, invece, il 5-10% dei tumori tiroidei.
La forma follicolare (carcinoma anaplastico della tiroide) è un tipo di tumore raro che colpisce in particolare le persone con più di 50 anni. Nonostante la minor incidenza risulta piuttosto aggressivo e maligno, in quanto può dare luogo precocemente a metastasi a distanza.

SINTOMATOLOGIA

La presenza di uno o più noduli all’interno della ghiandola stessa rappresenta il sintomo principale che caratterizza il tumore tiroideo. Tuttavia, l’individuazione di un nodulo non significa che svilupperemo un cancro! Difatti, è bene sottolineare che meno del 5% delle formazioni nodulari nascondono in realtà una neoplasia maligna.

Spesso i noduli possono risultare asintomatici, anche se talvolta alcuni, comprimendo le strutture che circondano la tiroide, possono provocare sintomi, quali:

  • Difficoltà a livello della respirazione
  • Difficoltà nella deglutizione
  • Senso di costrizione alla base della gola

TUMORE TIROIDEO: esami diagnostici

La palpazione della tiroide rappresenta una pratica molto importante che andrebbe effettuata almeno una volta l’anno. Non a caso l’OMS suggerisce ai ginecologi di effettuare questi controlli (unitamente all’ecografia) nel corso della visita ginecologica. Mediante la palpazione lo Specialista è in grado di valutare:

  • La presenza di eventuali formazioni nodulari
  • Eventuali variazioni della consistenza della tiroide o disomogeneità sia della consistenza stessa che della forma
  • Modificazioni del volume della ghiandola tiroidea
  • Eventuale dolore al momento della palpazione

Nel caso vengano rilevati dei noduli, sarà necessario sottoporsi ad alcuni esami diagnostici, quali:

  • Esami del sangue (TSH, FT3, FT4, anti-Tireoglobulina, anti-Tireoperossidasi, Calcitonina)
  • Ecografia tiroidea. Serve a valutare le dimensioni e le caratteristiche strutturali dei noduli, nonché a rilevare irregolarità dei loro margini, microcalcificazioni e vascolarizzazioni intra-nodulari
  • Agoaspirato. È utile per effettuare l’esame citologico, che nella maggior parte dei casi è in grado di stabilire se si tratti di un nodulo di natura benigna o maligna
  • Scintigrafia tiroidea. È un esame importante, particolarmente utile nel caso l’agoaspirato dia esito dubbio. Si esegue mediante somministrazione endovenosa di un tracciante radioattivo
  • TC e Risonanza Magnetica. Questi due esami permettono di identificare le possibili sedi di diffusione del tumore tiroideo e la sua stadiazione

 

Per maggiori informazioni, contattare il Prof. Paolo Barillari che opera presso la Casa di Cura Privata “Villa Mafalda” di Roma.

Per un consulto medico, compila il form “Contatta il Professore” presente nell’articolo.

 

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