Uomini e prevenzione

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Uomini e prevenzione, un binomio raro

Fare prevenzione è importante ma i dati recenti dimostrano come le campagne di sensibilizzazione sull’argomento facciano più presa sulle donne rispetto agli uomini. Il “sesso forte” infatti è molto debole dal punto di vista medico.

Alcune teorie puntano il dito contro una “cultura machista” che non aiuta e non mette gli uomini a proprio agio quando vanno da un medico. La difficoltà nell’ammettere di soffrire di un disturbo o anche l’invasività percepita di alcune visite sono tutte concause di un ritardo nella cura di patologie anche gravi.

La Società Italiana di Urologia ha constatato come solo il 10% degli uomini si sottopone a controlli a fini preventivi. E’ un dato molto basso a cui bisogna ovviare.

Il primo problema che non viene diagnosticato in tempo è l’iperplasia prostatica benigna, di cui soffrono circa  milioni di italiani e che causa un’ingrossamento della prostata con conseguenti problemi urinari. Colpisce 1 uomo su 4 e condiziona negativamente lo stile di vita del paziente colpito.

Anche i calcoli urinari vengono diagnosticati troppo tardi, quando la prevenzione è fondamentale. Per non parlare di problemi di disfunzione erettile, infertilità e cancro alla prostata: tutte patologie che un uomo fatica a prevenire e anche a curare.

Troppo spesso infatti si pensa che una disfunzione erettile sia una problematica che vada a intaccare solo l’aspetto psicologico e sessuale del paziente quando potrebbe essere sintomo di altre patologie. Per non incorrere in imbarazzo si tende a negare il problema e anche quindi negare a sè stessi una possibilità di guarigione.

Ammettere il problema

I dati dimostrano come 9 uomini su 10 ammettano di recarsi dal medico sono in presenza di gravi disturbi eliminando le speranze di diagnosi preventive o di trattamenti mirati contro patologie riconosciute in tempi adeguati ad una felice risoluzione del problema.

Il primo passo, quello di ammettere di avere un problema, è sempre il più difficile. Gli uomini nella nostra società sono ancora troppo restii nel parlare dei propri problemi, intimi e medici. Quando sono costretti a farlo tendono a tralasciare particolari importanti che possono aiutare il medico nella fase diagnostica e di trattamento.

Le donne sono culturalmente più “avanzante” in questo campo: non hanno problemi a parlare, anche tra di loro, dei loro problemi, anche intimi. Non tendono mai a sminuire il problema o, peggio ancora, a negarlo. Anni di campagne di sensibilizzazione sul cancro al seno, controlli ginecologici e altro hanno aiutato ma hanno anche trovato un approccio femminile culturalmente preparato ad accogliere le soluzioni proposte.

Prevenzione come elemento culturale

La prevenzione non può essere un argomento trattato solo dal punto di vista medico: è un processo culturale. Per questo non basta una campagna mediatica una volta l’anno per sensibilizzare gli uomini ad andare dal medico, bisogna ripensare al nostro modo di comunicare, alle priorità di vita. Bisogna disinnescare il meccanismo della vergogna e dell’imbarazzo percepito che è di tipo psicologico e anche sociale.

Prof. Paolo Barillari Casa di Cura Villa Mafalda Roma

 

 

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