Falsi miti sul tumore al seno

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Come riconoscere i falsi miti sul tumore al seno

Circolano da tempo dei falsi miti sul tumore alla mammella, aiutati da condivisione sui Social Media che amplificano la portata del problema. Ecco una lista per fare chiarezza identificata dalla Lega Italiana per la Lotta Contro i Tumori .

Traumi, dolore, volume del seno

Ecco i tre fattori che provocano preoccupazione ma che non sono indice di tumore alla mammella.

«In genere le forme iniziali non provocano dolore – spiega Francesco Schittulli, Senologo-chirurgo e Presidente della LILT-. Esso è di norma correlato alle naturali variazioni degli ormoni durante il ciclo mestruale e solo di rado, nello 0,4% dei casi, a lesioni maligne. Lo stesso va detto del dolore traumatico che è spesso la conseguenza (e non l’origine) della scoperta di una lesione in realtà già esistente».

 

Come riconoscere i sintomi giusti?

Come nel post precedente sull’autopalpazione e l’autoanalisi del tessuto del seno continuiamo a ribadire che bisogna conoscere bene il proprio corpo e tenere sotto controllo dei segnali specifici.

«A qualsiasi variazione del tessuto mammario – dichiara il Presidente –. Sono importanti un nuovo nodulo nella mammella o sotto l’ascella, un gonfiore del seno o di una parte di esso, una irritazione della pelle del seno o un arrossamento nella zona capezzolo. Non vanno sottovalutate le alterazioni delle dimensioni e della forma del seno o un dolore nella zona capezzolo o diffuso in tutto il seno». Ma falsi (o veri) miti a parte ciò che sempre si raccomanda è la diagnosi precoce e la prevenzione attraverso l’autopalpazione al seno e regolari screening ecografici e mammografici.

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