Stipsi cronica: quando si definisce tale?

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Stipsi cronica, quando si definisce tale... Alcuni consigli - Il Blog del Prof. Paolo Barillari

Probabilmente non tutti sanno quando possiamo definire la stipsi cronica. Scopriamolo nell’approfondimento di oggi, insieme ad alcuni consigli.

Si stima che tra il 20% ed il 34% della popolazione soffra di stipsi cronica. Si tratta, pertanto, di una condizione (e non una malattia!) piuttosto diffusa, da non confondere con la cosiddetta stitichezza acuta.

In questo secondo caso è legata ad un cambiamento improvviso e transitorio della regolarità intestinale, che l’80% delle persone ha sperimentato qualche volta. Brevi periodi di stipsi sono normali, in quanto possono essere provocati ad esempio da:

  • Assunzione di taluni farmaci (antipertensivi, antidepressivi, antiacidi e persino integratori per il ferro)
  • Cambio delle nostre abitudini alimentari
  • Periodi di stress
  • Conseguenza di un intervento chirurgico

STIPSI CRONICA: quando si definisce tale

Quando non sono presenti lesioni organiche, possiamo già parlare di stipsi cronica se la frequenza dell’alvo è inferiore alle due evacuazioni settimanali. Tuttavia, il disturbo viene considerato cronico se si presentano almeno due tra queste condizioni:

  • Meno di tre evacuazioni nell’arco della settimana
  • Sforzo eccessivo durante la defecazione
  • Feci dure e/o caprine (ossia costituite da grumi separati difficili da espellere)
  • Sensazione di evacuazione incompleta

CAUSE

Alla stipsi cronica possono essere associate diverse patologie e condizioni, quali:

  • Abuso di lassativi, i quali contribuiscono a rendere l’intestino più pigro
  • Malattie anorettali (ragadi, ascessi, stenosi)
  • Motilità ridotta del colon
  • Disfunzione dei muscoli del pavimento pelvico (la cosiddetta stipsi da dissinergia addomino-pelvica)
  • Ridotto consumo di fibre, soprattutto insolubili. Queste, contenute nei cereali e in alcuni ortaggi, favoriscono l’aumento del volume delle feci, importante per la progressione della massa fecale fino alla sua espulsione
  • Malattie che rallentano la motilità gastrointestinale (ipotiroidismo, Morbo di Parkinson, diabete, Lupus Eritematoso Sistemico, sclerodermia etc.)
  • Tumore del colon o ad altri organi della cavità addominale

ALCUNI CONSIGLI

Per poter mantenere in salute l’intestino ed evitare la stipsi, è molto importante adottare uno stile di vita sano che comprenda:

  • Alimentazione ricca di fibre da frutta, verdura, cereali e legumi, ricordando che sarebbe bene consumarne una quota di circa 30 grammi al giorno totali, di cui tre quarti insolubili (cereali e verdure) e un quarto solubili (frutta e legumi)
  • Giusta idratazione. È essenziale bere molta acqua, in particolare nei mesi estivi
  • Attività fisica moderata ma regolare (ad esempio, camminare ogni giorno per almeno 40 minuti), assai importante per contribuire all’adeguata motilità intestinale
  • Mantenere il peso nella norma
  • Non abusare dei lassativi

 

Per ulteriori informazioni, contattare il Prof. Paolo Barillari che opera presso la Casa di Cura Privata “Villa Mafalda” di Roma

Per un consulto medico, compila il form “Contatta il Professore” presente nell’articolo

 

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